Perché alcune persone non riescono a stare a dieta? Quali soluzioni?

Quante persono ogni giorno s’impogono di iniziare una dieta (più o meno restrittiva)? Saper scegliere cosa mangiare e quali cose ci fanno bene è relativamente semplice, il problema è mantenere la dieta.

Quali sono gli errori psicologici più comuni che ostacolano la dieta?

 

1) Effetto trasgressione: più vieto più desiderio. Basare una dieta sulla restrizione alimentare, dividendo i cibi in cattivi e buoni fa sì che ciò che viene definito più pericoloso divenga anche più bramato.

L’effetto della trasgressione è direttamente proporzionale alla rigidità del divieto!

2) Effetto evitamento: per evitare le sensazioni, mi nego le sensazioni  Questa pratica è tipica delle persone che non vogliono mai parlare del sapore dei cibi e delle sensazioni che questi producono. La vita di queste persone s’impoverisce perché è simile a quella dell’asceta, ma in questo caso si tratta di un “triste asceta”, in quanto rinuncia ad alcuni piacere per un fatto puramente estetico e di accettazione degli altri. Le conseguenze possono portare anche all’anoressia.

E nell’anoressia è la dieta che domina sulla persona

3) Effetto ribellione: ce l’ho messa tutta ma non ce l’ho fatta, allora basta: mi lascio andare! Molte persone, vedendo miseramente fallire i loro buoni propositi di dimagrire iniziano a ribellarsi e a cedere al lato opposto. Secondo la prospettiva psicologica queste persone reagiscono alla frustrazione dell”insuccesso con la compensazione del piacere

4) Devo consumare più di quanto mangio. Sembra una buona soluzione vero? Ma con il tempo diventa un circolo vizioso e si tenderà ad ingrassare … infatti fare molto esercizio fisico comporta più appettito, quindi la necessità di fare più sport ecc … diventanto un circolo vizioso. Inoltre l’insostenibilità riguarda più lo sforzo psicologico che quello fisico, poiché, se posso fisicamente sostenere l’esercizio fisico, psicologicamente questo diviene presto un’ossessione e fonte di stress.

5) La soluzione vomito (vomiting). Ci sono persone che si fanno delle piacevoli mangiate e poi si autoinducono il vomito, problema risolto.

Non proprio… col passare del tempo questa pratica diventa una compulsione, quindi un meccanismo quasi incontrollato. Inoltre a forza di vomitare, il corpo “impara” a reagire, quindi trattenendo più che può dopo ogni pasto … quindi la tentata soluzione si traduce nel suo opposto.

La miglior soluzione con la procedura ipnotica

In definitiva, l’errore basilare nelle persone che non riescono a mantenere una dieta consiste nel tentativo di controllarsi.

Ma sappiamo che più non ci concediamo qualcosa che ci piace … più questa cosa diventa irresistibile e quindi incontrollabile

Nel lavoro ipnotico di aiuto nella dieta si agisce attraverso 2 passaggi:

1) Immaginarsi lo scenario oltre il problema: cosa farai quando riuscirai a tenere la dieta? Come ti immagini? Cosa mangerai? Quanto mangerai di quel cibo che ti piace? In pratica si programmano precisamente i pasti in uno stato ipnotico facendo provar piacere alla persona solo per quelle dosi che la persone vuole mangiare.

2) Rendere controllabile il desiderio di un determinato cibo: il cibo tanto desiderato non sarà più un nemico da controllare, bensì un cibo che se si vuole può essere mangiato in modo contenuto.

Nei casi in cui invece la persona non riesce a mantenere fermamente un obiettivo si procede con la tecnica PNL dell’ancoraggio, ovvero: in uno stato di ipnosi profonda il terapista fa associare ad un cibo che particolarmente piace al paziente un sapore o un’immagine molto sgradevole. Così facendo il cervello impara a provare fastidio per certi alimenti.

Dott. De Tomi